Encyclopaideia – Journal of Phenomenology and Education. Vol.27 n.65 (2023)
ISSN 1825-8670

ChatGPT et similia: le potenze del Novum attivabili dal Notum

Gabriele BoselliMinistero della Pubblica Istruzione (Italy)

Gabriele Boselli, laureato in Pedagogia e in Sociologia, è stato direttore didattico e ispettore scolastico nelle Marche e in Emilia Romagna, membro del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, docente a contratto di Filosofia dell’educazione ed Educazione degli adulti presso l’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” e direttore della rivista online Paedagogica.

Pubblicato: 2023-04-13

ChatGPT et similia: The potential of the new to be unlocked by the known

Abstract

Recent innovations in the field of Artificial Intelligence raise epistemological issues regarding the nature of knowledge and the reproducibility of human intelligence, with some uncertain implications about the ambiguity of their application and their future developments. This reflection aims at bringing to light some problems related with the incipient use of these tools in the area of scientific knowledge and thinking.

Le recenti innovazioni tecnologiche nel campo dell’intelligenza artificiale pongono alcuni interrogativi epistemologici sulla natura della conoscenza e sulla riproducibilità dell’intelligenza umana, con alcune implicazioni ancora incerte circa l’ambiguità della loro applicazione e dei loro sviluppi futuri. Questa riflessione intende mettere a fuoco alcune problematiche che si stanno profilando nell’utilizzo incipiente di questi strumenti nel campo della conoscenza e del pensiero scientifico.

Keywords: Artificial Intelligence; ChatGPT; Critical Thinking; Knowledge; Science.

Il testo è stato profondamente rivisto insieme ad Annalisa Boselli, docente di filosofia e storia al liceo scientifico “A. Volta” di Riccione

Il mondo dell’istruzione, da quella dell’infanzia all’università e in ogni settore disciplinare, sta da tempo manifestando interesse e partecipazione ai più recenti sviluppi della ricerca sull’intelligenza artificiale. Alcuni lavoratori – quelli che compiono operazioni principalmente ripetitive o fanno insegnamento programmato o ricerca secondo istruzioni o stilemi o mero galateo accademico – possono sentirsi minacciati da un’A.I. che già adesso può eseguire questo tipo di operazioni meglio di loro. Altri docenti e ricercatori che agiscono nell’insegnamento power free e nella ricerca pura, senza immediate finalità costruttive o distruttive ma ove a essere attivato è principalmente il pensiero divergente, critico e creativo, non hanno questi timori e sono in genere positivamente impegnati nello studio e nella sperimentazione. Così anche chi è impegnato in attività ricreative, gli artisti e chi svolge professioni di cura.

1 Da OpenAI: ChatGPT

Anche se le prime produzioni dell’A.I. sono presentate da alcuni media e percepite da molti come fossero strumenti di produzione alieni, comunque destinati a generare cambiamenti drammatici del pensare e dell’esistere, pochi qui credono alle narrazioni inducenti al pessimismo. Si rendono conto che i programmi di A.I. possono apparire come sostitutivi dei profili più elementari del loro pensare e conoscere il reale, agenti della rappresentazione del nulla, ma si rendono pure conto che “il nulla non è distinto dall’essere, non è altro da esso, bensì il medesimo” (Heidegger, 2020, p. 35). E il negativo è in fondo “l’Io nel suo processuale porsi come il non-io”, un’evoluzione in meglio o in peggio dell’umano. Anche quando è piegato a interessi extrascientifici può comunque essere resistibile e anzi utilizzato in funzione critica. Mentre l’intelligenza umana è volta al reale (le cose in loro stesse), l’intelligenza artificiale può agire solo sulla realtà (il reale ricostruito secondo le linee del pensare prevalente, ontologicamente il nulla). Ma anche il nulla pesa, e molto.

Nei mondi – contigui e a volte coincidenti – dell’istruzione e della ricerca è ormai apparso evidente come l’evoluzione dell’intelligenza artificiale stia apprestandosi a mutare sia la dottrina della scienza e della tecnologia che l’insegnamento e i suoi risultati, anche se l’insegnamento sarà probabilmente una delle professioni meno minacciate di sostituzione.

Agli inizi di OpenAI, l’azienda di Microsoft era pensata per confezionare programmi utili a comprendere testi più che a produrli. Ma comprensione e produzione sono speculari e presto si è delineata la possibilità di produrre autonomamente – e automaticamente – testi. Il prodotto, inizialmente, era un semplice trasformatore di programmi di dialogo. Ma prima di ChatGPT 3.5 presentava limiti di ampiezza, non aveva capacità di apprendimento di operazioni complesse ed era dipendente dai soggetti istruttori; non era capace di generare argomentazioni “originali”, risultante da processi selettivi delle alternative di testo più frequenti.

2 Prossime accelerazioni (e servitù) da quantum hardware

Siamo appena agli inizi e i computer quantistici – strumenti ancora immaturi ma che si profilano ideali per questo tipo ultra-umano di intelligenza – sono ben lontani dal dispiegarsi in tutta la loro potenza. Tuttavia già l’utilizzabilità di enormi masse di dati assemblati, ricategorizzati e rigenerati con algoritmi sempre più potenti, fornisce buone capacità di scrittura differenziale, contaminazioni logiche, stringhe previsionali. L’A.I., anche attraverso ChatGPT o OpenAI’s già incrementa il potere di chi ne dispone e la soggezione di chi ne è oggetto, oltre che la marginalità di chi vi è estraneo. Nascono centrali di hackeraggio e di altri usi criminali di ChatGPT. Questo già opera efficacemente nel marketing elettorale, finanziario (si pensi alle monete virtuali via blockchain) e merceologico come nelle operazioni belliche: permette ai militari di manovrare armi a grande distanza e di eseguire, ad esempio, comodamente seduti in USA o in Inghilterra o negli Urali, la macellazione di russi e ucraini che non hanno potuto comprare l’esenzione dal servizio militare. ChatGPT può essere usato sia come mezzo di potenziamento della dottrina della scienza che della sua banalizzazione. Va comunque conosciuto e fatto conoscere.

3 Chat GPT al lavoro per noi

L’aspetto più interessante per insegnanti e ricercatori di ogni ordine e grado dell’istruzione è però il rivelarsi dell’intelligenza artificiale come il più importante tra i potenziali fattori di sviluppo delle scienze e non solo delle tecnologie. È già ben più del semplice data processing, ovvero l’elaborazione automatica dei dati sulla base di algoritmi precostituiti allo stesso processo, senza capacità di apprendimento né autonomia di intervento della macchina stessa. Oltre l’elaborazione dei dati, ChatGPT offre capacità di ricostruzione delle strutture di combinazione dei dati e dei testi e la loro “intenzionale” ricombinazione e scrittura secondo principi diversi. Detiene filtri di eliminazione o amplificazione selettiva del “rumore”. Consente una rapida e dettagliata individuazione di embricazioni e assemblaggi che aprano a nuove vie interpretative (riconfigurazioni di valore rispetto a…) e produttive di eventuali connessioni e distacchi. Schiude spazi a capacità di autocorrezione non programmata, di evidenziazione di problematiche anche allo stato iniziale. Come pure a varianti di articoli “scientifici” compiuti, sfuggenti ai filtri antiplagio e già pronti per i referee. Lo hanno inteso sin troppo bene molti studenti, ricercatori e docenti universitari in carriera.

4 Profilo fenomenologico di ChatGPT e programmi non Microsoft

ChatGPT è un programma di Microsoft, ma piattaforme analoghe di aziende occidentali come Google stanno lavorando nelle stesse direzioni. Non so poi nulla (non solo io) di quanto stia avvenendo in due superpotenze informatiche come la Cina e la pur disgraziata Russia. Osservo però come la potenza fossile dei diversi alfabeti genererà quasi certamente tipologie diverse, se non più potenti, di intelligenza.

Gli attuali limiti dell’hardware possono costituire una limitazione ulteriore alla ricerca, un invito al confinamento entro il noto. I supercomputer tradizionali non arrivano ad attivare sinergicamente nemmeno quel che accade nel cervello di una gallina; per procedere oltre servono le tecnologie quantistiche e intelligenze umane capaci di sinergizzarsi con quelle artificiali e programmi e macchine basati su logiche non deterministiche, ma probabilistiche, meno sintagmatiche e più paradigmatiche, più vicine alla logica del cervello umano sia per velocità che per grado di apertura ai risultati che possono andare via via profilandosi.

Affinché ChatGPT et similia ventura siano qualcosa di più che un servire minestre riscaldate o avvelenate occorre che oltre alla singolarità tecnologica sia attivata anche la singolarità logica e assunta in carico l’alterità e ipercomplessità del reale, oltre la sua immagine prevalente. Occorre “andare alle cose stesse” (Husserl), accettare il carattere agilmente inferenziale del nostro modo di avvicinare e rappresentare scientificamente gli eventi delle cose. Superare così l’approccio realistico per uno fenomenologico: potrebbe attivarsi una importante evoluzione del conoscere pienamente umano seppur innovativamente servoassistito.

5 Alcune tra le questioni da affrontare

Quale conoscenza senza coscienza? Solo una biblioteca deserta?

ChatGpt sembra credere che l’immagine formatasi nella propria “mente” corrisponda alla realtà intrinseca degli enti e degli eventi rappresentati e magari anche delle relative figure logiche, sottratte alla loro strumentalità e implicitamente accreditate di “esistenza” autonoma, ipostatica. È un realista ingenuo, pensa alla “realtà” come a un fatto comunque esistente e pienamente reale indipendentemente da ogni coscienza.

È invece la coscienza a introdurre la conoscenza come “coscienza di” “intorno a”. Avvia alla conoscenza quando, consapevole dell’esser-ci fluente nel negativo, fuoriesce dal non-conscio attraverso atti di in-tensione all’oltre (Heidegger, 2020).

Quale intelligenza senza intenzionalità?

Si conosce non primariamente come rapporto al soggetto, ma come affezione/relazione di un io-noi (umanità) alla cosa incognita e in sé e per sé inconoscibile.

Simulacri di certezze?

Il maestro di ChatGPT, ovvero il sistema informativo globale insegna e rappresenta quotidianamente il mito dell’evidenza. Cerca di far credere che l’oggetto A, B o C si dia da sé e si automanifesti originalmente e immediatamente alla percezione sensoriale e intellettuale.

Per l’intera tradizione fenomenologica, l’evidenza non è data assolutamente ma interattivamente, si coglie criticamente.

È conservata la storicità della conoscenza?

Ordinariamente ChatGpt sembra scodellare risposte sospese dal tempo, dalla storia e disconnesse dall’Intero, dall’insieme degli eventi.

ChatGpt ha capacità di porre autentiche (non prefabbricate) domande?

È il domandare originalmente la nota essenziale dell’intelligere. Con Chat GPT non ci siamo (ancora).

P.S.: Questo articoletto non è stato scritto da ChatGPT.

Riferimenti bibliografici

AA.VV. (2022). L’intelligenza non è artificiale. Limes, n. 12.

Boselli, G. (2006). Conoscere. In P. Bertolini (ed.), Per un lessico di pedagogia fenomenologica (pp. 31-50). Gardolo (TN): Erickson.

Boselli, G. (2020). Inibizioni del Novum. Encyclopaideia, 24(56): 133-141. https://doi.org/10.6092/issn.1825-8670/10750

De Giovanni, B. (2022). Figure di apocalisse. Bologna: il Mulino.

Heidegger, M. (2020). Hegel. Milano-Udine: Mimesis.