Ritornare ad un “maestro” del pensiero pedagogico come Freinet e lasciare che il solco da lui tracciato offra una direzione di senso alla pratica scolastica attuale è un’opportunità significativa per molti insegnanti ed educatori che si sentono in ricerca non soltanto di tecniche e metodi, ma delle cornici di fondo da cui essi scaturiscono. Il libro di Enrico Bottero offre proprio questa possibilità, aiutando il lettore a prendere tra le mani, rileggere e reinterpretare il lascito pedagogico di Freinet. Partendo, come sottolinea Philippe Meirieu nella presentazione, dall’intreccio fecondo tra percorsi di militanza e di ricerca in ambito scolastico (pp. 14-15), Bottero ci offre un esempio concreto e altissimo di un modo di fare scuola a servizio della società, per la promozione del bene comune, rinsaldando, in modo fondato e per nulla scontato, il nesso prezioso tra pedagogia e politica.
La cooperazione – scelta cardine per Freinet – “non è un’idea generica, ma qualcosa di vivo, un laboratorio di apprendimenti e di costruzione del vivere insieme: dobbiamo far vivere più che mai ai nostri studenti situazioni che permettano loro di capire che gli altri non sono nemici di cui diffidare, ma partners diversi e simili allo stesso tempo, con cui si può costruire una società più giusta” (p. 14). A scuola si sperimentano, dunque, forme di cooperazione che da un lato si configurano come vie privilegiate di apprendimento, ma dall’altro si pongono come uno strumento di miglioramento della società, perché i futuri cittadini si spendano concretamente nella creazione di una collettività solidale.
In tutto il volume si percepisce in filigrana l’idea che la pedagogia cooperativa vuole declinare l’utilitarismo e il funzionalismo degli apprendimenti e orientare maggiormente verso la centralità dei valori nel contesto scolastico.
Nella prima sezione l’Autore riprende in mano la valenza della prospettiva pedagogica all’interno del contesto scolastico: senza, infatti, il principio di educabilità e di responsabilità non potremmo avviare nessuna pratica di accompagnamento nei percorsi formativi dei più giovani; senza riconoscere ad ogni soggetto le sue potenzialità e senza il senso di cura nei confronti del soggetto stesso e dell’ambiente dentro cui è inserito, nessuna azione educativa sarebbe possibile. Viene ripreso, altresì, il senso delle finalità e degli obiettivi educativi nella scuola, spesso occultati dai dinamismi dell’autonomia, colti più nella dimensione della concorrenza, che nella possibilità di trasmettere valori. Grande spazio è dato poi da Bottero al passaggio dalla lezione alle situazioni di apprendimento, non in termini di una eliminazione della prima a favore della seconda, ma nella considerazione dei bisogni a cui rispondono, delle finalità che conseguono e delle differenti attivazioni che provocano. Il focus sui saperi ci porta certamente a valutare il significato dell’apprendimento e ad ancorarlo fortemente alla vita, creando così una scuola per la vita e non una scuola fine a sé stessa, dei contesti non soltanto dove abbiamo luogo una ripetizione di saperi e immissione di conoscenze, ma di elaborazione critica all’interno di un interscambio fitto di relazioni sociali.
In tal senso, nelle situazioni di apprendimento, il soggetto ricerca e ricerca assieme agli altri. La classe si delinea come una piccola comunità dove, grazie alla predisposizione di alcune condizioni, il soggetto possa approcciarsi agli altri e al sapere in modo autonomo e costruttivo.
Parte centrale del volume è senz’altro la riflessione sui quattro principi propri delle pratiche cooperative: a) Il senso dell’autorità non dall’alto; b) l’equilibrio tra vicinanza alla vita e formalizzazione; c) la differenziazione interna alla comunità; d) la predisposizione dei materiali e dell’ambiente. Questi aspetti nel volume vengono ripresi e analizzati a fondo, con affondi teorici e l’elaborazione di esempi concreti della pratica didattica.
“Se l’insegnante da dov’è, di quale storia fa parte, può dare senso al difficile impegno formativo che sta svolgendo nella scuola di oggi” (p. 175): con queste parole Bottero delinea l’intento, riuscitissimo nel suo testo, di accogliere l’eredità offerta da Freinet e di posizionarsi all’interno di un numero considerevole di educatori ed insegnanti che, nel tempo, l’hanno accolta, rinnovando ed ampliando le tecniche e gli strumenti da lui proposti. L’invito è quello di ridare vita alla cooperazione, non soltanto come una strada da offrire agli studenti, ma come cornice di senso e pratica da vivere tra insegnanti e tra educatori, non lavorando soltanto sullo scambio di informazioni, ma sullo studio condiviso, sulla ricerca comune, sul confronto, procedendo a piccoli passi, nella consapevolezza che cambiare le abitudini necessita di lentezza e di pazienza.