Educare per prevenire il disagio mentale nei giovani (16-24): attribuire significato all’azione educativa che vada oltre l’assistenza alla fragilità
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1825-8670/11628Parole chiave:
Lavoro educativo, Prevenzione, Salute mentale, Adolescenza, Ricerca fenomenologicaAbstract
Il contributo intende proporre una riflessione circa il significato dell’agire dei professionisti dell’educazione nel prevenire l’insorgenza del disagio mentale nei giovani, favorendo e tutelando il loro benessere. Tale intento poggia sul presupposto teorico che vede la possibilità di un contributo della disciplina pedagogica nell’area della salute mentale, in quanto, successivamente all’opera di Basaglia (1982), con riferimento al contesto italiano, si è iniziato a pensare benessere e malessere mentale come intrinsecamente legati sia alla storia esistenziale e formativa di ogni soggetto, sia ai contesti familiari, educativi, sociali e culturali al cui interno ognuno cresce. Sulla base di questi aspetti, il ruolo dei professionisti dell’educazione intorno a questi temi si rivela importante, qualora siano consapevoli e formati relativamente al forte legame che la pedagogia può avere rispetto alla cura e alla tutela della salute. A partire dalle parole di educatori ed insegnanti impegnati con giovani, si vuole presentare una riflessione che vada a esplorare, in chiave fenomenologica, il significato che il lavoro educativo può ricoprire rispetto a un’azione di prevenzione e cura del disagio mentale.
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