Luoghi educanti, corpi prigionieri e spazi della libertà nella letteratura per l’infanzia fra Otto e Novecento

Autori

  • Lorenzo Cantatore

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.1825-8670/7683

Parole chiave:

Letteratura per l’infanzia, Casa, Gioco, Architettura, Educazione

Abstract

Nella teoria educativa e nella ricerca storico-educativa la consapevolezza del rapporto esistente fra corpo, mente e spazio ha ultimamente acquistato ampio margine di riflessione. La letteratura per l’infanzia offre numerosi spunti di indagine a proposito di questo nesso concettuale. Fra Ottocento e Novecento diversi scrittori si sono dedicati a storie  condizionate, sia in senso negativo che in senso positivo, dagli spazi in cui i piccoli personaggi hanno vissuto le loro avventure. La casa, in particolare, rappresenta l’apice di questa rappresentazione spaziale dell’educazione. Anche nella storia e nella prassi del gioco l’idea di casa svela scenari di grande interesse pedagogico. La contrapposizione fra la dimensione della cura e quella dell’addomesticamento forzato pone il bambino, dal punto di vista della sua rappresentazione artistica e storica, al centro di un processo ricco di contraddizioni e di tensioni morali ed emotive legate specificamente agli spazi in cui egli nasce e cresce.

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Pubblicato

2017-12-29

Come citare

Cantatore, L. (2017). Luoghi educanti, corpi prigionieri e spazi della libertà nella letteratura per l’infanzia fra Otto e Novecento. Encyclopaideia, 21(49). https://doi.org/10.6092/issn.1825-8670/7683

Fascicolo

Sezione

Focus