Tutta la letteratura è infanzia. Su Elena Ferrante
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1825-8670/9358Parole chiave:
Elena Ferrante, Doll, Childhood, Body, FictionAbstract
Il presente articolo segue il percorso della bambola nella produzione di Elena Ferrante. A partire da La figlia oscura, continuando con la tetralogia de L’amica geniale e prendendo in considerazione l’unica opera dell’autrice rivolta al pubblico ‘minore’ infantile, La spiaggia di notte, si indaga l’elemento ricorrente: la bambola è fiction, rappresentazione, doppio, sostituto, e la sua presenza coincide con la ‘sparizione’ e il nascondimento dell’autrice. Esplorando questa assenza volontaria, l’articolo va alla ricerca di ciò che l’autrice ‘apocrifa’ lascia al suo posto, e di quel che restituisce: la letteratura stessa, che è corpo, gioco, infanzia, prova. Seguendo le tracce del feticcio ferrantiano ci si immerge in un mondo metaforico, dove gioco e sensualità, verità e finzione, infanzia e maturità si intersecano senza posa; un’incessante metalessi entro uno spazio confuso di bambole e di bambine, di donne e di madri.Riferimenti bibliografici
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