L’insegnante: solida presenza e fine sensibilità
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1825-8670/14557Parole chiave:
Apprendimento, Educazione, Etica professionale dell'insegnanteAbstract
L’articolo si apre con un’analisi del processo di apprendimento, descritto come passaggio da una condizione di “non sapere (fare)” ad una condizione di “sapere (fare) qualcosa in più”. Facendo riferimento alle riflessioni di John Dewey, esso sottolinea in seguito la necessità, da parte dell’insegnante, di entrare nel merito della condizione specifica del discente, che è strettamente correlata alla scomoda postura dell’apprendimento, al fine di rendere possibile un percorso realmente significativo. Per favorire questa esperienza l’autore propone, in chiusura, due spunti di riflessione: il primo è focalizzato sulla competenza di regolare proattivamente ed interattivamente le lezioni, il secondo su un “principio di eccedenza” che pone costantemente l’insegnante nella posizione del “dare”.
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