Noir d’infanzia. Alternanze pedagogiche e psicoanalitiche nella favola per bambini
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1825-8670/16635Parole chiave:
Noir, Immagini, Perturbante, Struwwelpeter, SandmannAbstract
La presenza di personaggi duplici e ambivalenti (buono/cattivo) ha da sempre costituito il contenuto estetico e educativo nelle fiabe per bambini. A partire dall’Ottocento le fiabe e i libri per l’infanzia hanno avuto come riferimento imprescindibile immagini e illustrazioni sempre più complesse e con colori vividi. Questo, insieme alla narrazione, ha permesso il fiorire di un genere di fiaba noir, il cui contenuto esplicitamente pedagogico si è innestato nelle trame non sempre “a lieto fine” delle favole. Il libro di Heinrich Hoffmann, Pierino Porcospino, e quello di Ernst Theodor Hoffmann, Il Mago sabbiolino, che sono al centro del presente saggio, hanno costituito un primo importante esempio di questo nuovo genere di narrazione. Essi hanno rivelato, da una prospettiva pedagogico-psicoanalitica, la valenza di ciò che Freud, in uno scritto del 1919, Il perturbante, ha analizzato come una necessaria manifestazione di presenza/assenza (conscia e inconscia) nelle fasi della crescita umana.
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