Essere "presenza" curante: aver cura dell’esperienza della cura

Autori

  • Cristina Palmieri

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.1825-8670/4577

Parole chiave:

Essere presenza di cura, Esperienza di cura, Cura autentica, Cura di sé, Autoformazione

Abstract

Prima di essere una categoria pedagogica e filosofica, la cura è pratica incarnata in gesti, sguardi, posture, parole. La cura è “presenza”: heideggerianamente, “essere-nel-mondo-con-gli-altri”. La cura dona qualità uniche alle situazioni vissute in contesti sanitari o socio-educativi. Per esempio, nei luoghi in cui si accompagna qualcuno nel suo morire o in cui si consente a coloro che vivono situazioni di disagio esistenziale di sperimentare possibilità altre di essere se stessi. Nell’“essere presenza di cura” del professionista “ne va di sé”, in un intreccio indistricabile tra dimensioni personali e professionali. L’articolo si chiede come poter sostenere, dal punto di vista pedagogico, la presenza di chi cura e individua nell’aver cura di sé, intesa come pratica professionale formativa e autoformativa, una risposta in grado di andare oltre l’empowerment individuale. L’aver cura di sé può infatti divenire condizione essenziale per aver cura dell’esperienza esistenziale vissuta nei servizi sociali o sanitari: occorre però comprendere come. 

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Pubblicato

2014-12-18

Come citare

Palmieri, C. (2014). Essere "presenza" curante: aver cura dell’esperienza della cura. Encyclopaideia, 18(39). https://doi.org/10.6092/issn.1825-8670/4577

Fascicolo

Sezione

Focus