Riflettere sulla cura degli altri e la cura di sé nell'unità di terapia intensiva: la nostra storia

Abstract

I professionisti che lavorano nelle terapie intensive (TI) sono esposti a sollecitazioni che provocano elevati livelli di stress. Alcuni possono sviluppare inconsapevolmente capacità negative di coping, che contribuiscono al burnout e influenzano negativamente la cura del paziente. Abbiamo pertanto scelto di esplorare percorsi che facilitassero una pratica autoriflessiva, finalizzati a implementare gli atteggiamenti empatici degli operatori e la comunicazione. È stato organizzato, per lo staff di un ospedale universitario, un ciclo d’incontri di medicina narrativa di sei sessioni, basate su differenti approcci. Hanno aderito al percorso in totale 132 operatori delle TI, che si sono generalmente rivelati aperti rispetto gli approcci proposti e nella discussione delle loro riflessioni, in un contesto multidisciplinare. Gli incontri di medicina narrativa hanno fornito agli operatori strumenti per sviluppare l’autoriflessione, a partire da un apprendimento basato sul gruppo. I risultati attesi erano accresciuta cura di sé, empatia, capacità comunicative e miglioramento del funzionamento del team, tutti aspetti che contribuiscono al miglioramento delle cure.