La città che non c’è. Bambini, natura e ambiente urbano nella letteratura per l’infanzia
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1825-8670/9691Parole chiave:
Letteratura per l’infanzia, Città, Natura, Infanzia, RomanticismoAbstract
I ‘classici’ della letteratura per l’infanzia – scritti durante il grande processo di urbanizzazione nel mondo occidentale – non sono quasi mai ambientati in città, e anzi radicalizzano il legame tra infanzia e ambiente naturale come quello che, solo, consente all’infanzia di essere fino in fondo sé stessa. L’eredità romantica che associa il bambino alla natura ci rende impossibile pensare ai bambini come a proprio agio in città ed è ciò che forse ha portato molti intellettuali a sostenere, nel mondo contemporaneo quasi totalmente urbanizzato, l’idea della fine dell’infanzia. Se vogliamo immaginare (e auspicabilmente progettare) città che siano anche a misura dell’infanzia, occorre prendere coscienza delle proiezioni simboliche che, come cultura, ancora tendiamo ad associare ai bambini, provando a ‘naturalizzare’ la loro presenza anche negli ambienti urbani, come fanno alcuni autori e illustratori di libri per l’infanzia.Riferimenti bibliografici
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